FAQ

Risposta alle domande frequenti

Contattare un urologo per eseguire esami per la diagnosi corretta (esami delle urine e del sangue ed eventuale ecografia, TAC o RMN, citologia urinaria o fish, ecc.)

È necessario eseguire una serie di esami specialistici che l’urologo consiglierà per definire la natura dell’ostruzione che può essere provocata da cause diverse. Una volta individuata la causa, è possibile provvedere alla terapia giusta per risolvere il problema, ad esempio ricercando una possibile causa di formazione dei calcoli.

È necessario eseguire i seguenti esami: uroflussometria, ecografia apparato urinario, uretrocistografia retrograda e minzionale, eventualmente un esame urodinamico, un’uretrocistoscopia per evidenziarne la causa.

Bisogna individuare in primis l’origine della causa che può essere ormonale, vascolare, neurologica e psicologica. Sono necessari esami specifici prima di prescrivere una terapia mirata per risolvere il problema.

Questa condizione può essere congenita o acquisita.

Nel primo caso se la curvatura è importante si eseguono interventi di raddrizzamento (Nesbit). Se la curvatura si è manifestata nel tempo è necessaria una visita dell’urologo e di esami (ecografia o risonanza magnetica del pene). A seconda della causa e dell’entità, si può procedere con vari approcci (ad es. iniezione cellule staminali nanofat o iniezione di altre sostanze, applicazione protesi, ecc.).

Un fattore determinante è l’età. Se si tratta di un giovane è probabile che si tratti di una torsione del funicolo o dell’idatide di Morgani, se si tratta di un adulto è più facile che si tratti di un processo infiammatorio che colpisce l’epididimo. È necessaria una visita specialistica ed esami ad-hoc. Se si tratta di una torsione è importante non perdere tempo (quattro-sei ore). 

È tra i tumori più diagnosticati al mondo (dati del 2020 contano 1,4 milioni di nuovi casi all’anno in 112 paesi) e spesso i tumori allo stadio iniziale sono asintomatici. Bisogna eseguire una visita urologica e ovviamente gli esami del sangue (PSA ecc.) annuale. Inoltre, è oggi possibile eseguire esami più sofisticati come ad esempio RMN, ecografia transrettale con apparecchiature moderne, PET con PSMA, ecc. 

La nota critica che si fa allo screening di massa del cancro prostatico è quella di diagnosticare quelli che vengono definiti “tumori indolenti” con bassa capacità di progressione. Il trattamento di tali tumori può provocare effetti collaterali importanti senza un reale allungamento della vita, per questo oggi si applica la procedura “watch and wait” (vigile attesa). Per i tumori aggressivi oggi è in uso la gestione con colleghi radioterapisti e oncologi (e altri colleghi) per una copertura medica più lunga possibile. 

Esame ematico (PSA o PHI, I-XP, ecc.) ed esami per escludere la presenza di geni BCAR1-BCAR2 alleli del polimorfismo. I controlli saranno da eseguire regolarmente come da indicazioni dell’esperto. 

Inoltre negli ultimi anni la ricerca è avanzata in maniera significativa introducendo nuove metodiche diagnostiche con risultati preliminari molto promettenti quali ad esempio la ricerca di cellule circolanti nel sangue o nel liquido prostatico (biopsie liquide). L’auspicio che queste nuove ricerche effettuate sui liquidi possano rivoluzionare le diagnosi di tumore della prostata. 

Bisogna eseguire gli opportuni esami del sangue e d’immagine (ad es. risonanza magnetica). Se il PSA è superiore a 0,2 è meglio eseguire anche una PET con contrasto. Bisogna tener presente che anche se il tumore è localizzato ci sono già in circolazione altre cellule tumorali che spesso scompaiono spontaneamente. È usuale dividere le riprese di malattia in androgeno sensibili e androgeno resistenti. In questo secondo caso, resistenti quindi alla terapia medica, se la PET con PSMA ci evidenzia delle metastasi, abbiamo a disposizione sia la radioterapia classica o stereotassica e/o l’intervento chirurgico se la recidiva è asportabile. Inoltre, grazie alla continua ricerca, possiamo oggi utilizzare nuove molecole, come ad esempio il Lutezio177 (già approvato da FDA) che si avvale del legame del gallio (PET con PSMA) con le particelle della malattia che ci dà un ulteriore tasso di sopravvivenza del 38%. È noto, inoltre, che siano altri studi clinici internazionali di molecole che hanno la stessa capacità

Bisogna eseguire gli opportuni esami del sangue e d’immagine (ad es. risonanza magnetica). Se il PSA è superiore a 0,2 è meglio eseguire anche una PET con contrasto. Bisogna tener presente che anche se il tumore è localizzato potrebbe aver già messo in circolazione altre cellule tumorali. È usuale dividere le riprese di malattia in androgeno sensibili e androgeno resistenti. In questo secondo caso, resistenti quindi alla terapia medica, se la PET con PSMA ci evidenzia delle metastasi, abbiamo a disposizione sia la radioterapia classica o stereotassica e/o l’intervento chirurgico se la recidiva è asportabile. Inoltre, grazie alla continua ricerca, possiamo oggi utilizzare nuove molecole, come ad esempio il Lutezio177 (già approvato da FDA) che si avvale del legame del gallio (PET con PSMA) con le particelle della malattia che ci dà un ulteriore tasso di sopravvivenza del 38%. È noto, inoltre, che siano altri studi clinici internazionali di molecole che hanno la stessa capacità.  

Fortunatamente nella grande maggioranza dei casi si riesce a salvare il rene, dipende tuttavia dall’estensione e dall’aggressività del tumore (metastasi ecc.). È da tener presente che una discreta quota dei tumori del rene è di natura benigna (oncocitoma, angiomiolipoma, ecc.). Bisogna essere ben sicuri che la neoplasia sia veramente di origine maligna, per questo nel dubbio si può ricorrere ad una agobiopsia della massa a scopo diagnostico e talvolta ad un’angiografia selettiva con embolizzazione di piccole neoformazioni soprattutto a malati ad alto rischio chirurgico. Se il tumore è metastatico (oltre che alla chirurgia) si può ricorrere a nuovi farmaci immunoterapici o anche a radioterapie mirate. 

Tutto dipende dalle condizioni del paziente e dall’estensione della malattia. Si può procedere in casi selezionati alla ricostruzione di una neo-vescica utilizzando sia un segmento dell’intestino tenue che del sigma. Oppure si possono derivare le urine all’esterno portando gli ureteri alla cute direttamente o tramite segmenti intestinali.

La gestione dello sviluppo tecnologico della medicina in genere e quindi anche in ambito urologico sarà sempre più interdisciplinare che formerà una nuova generazione di clinici con competenze più ampie e spendibili in ambiti tecnologici. Le nuove tecnologie e device obbligheranno sempre più i medici a integrare e potenziare il proprio “know how” per un approccio sempre più avanzato per la cura del paziente.